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L'opera è rimasta nascosta per secoli, nella chiesa collegiata di San Giuliano
La Faleria del Quattrocento nell'affresco scoperto
Viterbo - 3 gennaio 2011 - ore 2,10

L'affresco nella chiesa collegiata di San Giuliano
Riceviamo e pubblichiamo - Grazie allo sforzo coordinato tra l'amministrazione comunale e il parroco di Faleria, si è giunti alla riscoperta di un affresco di elevato pregio artistico che interessa l'intero abside della chiesa collegiata di San Giuliano.

L'affresco rimasto per secoli nascosto dietro a una serie di pitture a calce è stato riscoperto grazie al lavoro paziente e meticoloso delle due restauratrici Antonella Benvenuto e Simonetta Ventura del consorzio Alfea a cui è stato affidato l'incarico per la rimozione dello scialbo.

L'affresco malgrado l'inserimento di una cornice in gesso databile intorno al XVIII sec. presenta ancora la sua totalità d'insieme.

Esso può essere letto in due fasi distinte: una divina e l'altra terrena.

La parte alta ha un significato prettamente divino, viene rappresentata l'incoronazione della Vergine Maria da parte di Gesù e la sua ascensione in cielo, purtroppo le due figure sono nascoste dalla cornice in stucco citata in precedenza.

Da un primo sondaggio svolto durante i lavori di descialbo, dietro la nuvola in gesso si è riscontrata la presenza di materiale pittorico per cui si può presupporre il recupero almeno parziale delle due figure poste all'interno di una seconda cornice dalla classica forma a mandorla circondata da un girotondo di angeli che con movimento antiorario li avvolgono e li sollevano, gettando boccioli di rosa, accompagnati nel movimento dalla musica e i canti di un'altra schiera di angeli posti come sfondo.

La fattezza, la cura nei particolari, rendono dolcissimi i visi degli angeli.

Nella parte bassa si coglie invece il significato terreno, al centro come immagine principale (già restaurata) vi è la figura di San Giuliano protettore di Faleria alle cui spalle è dettagliatamente rappresentata Faleria, il suo borgo con scene di vita quotidiana, il Castello degli Anguillara e la Chiesa.

Sullo sfondo è rappresentato un paesaggio collinare con scene di caccia, una chiesa e una torre in cui si raffigura in miniatura la crocefissione di Cristo.

Lateralmente alla figura del Santo Patrono, sono raffigurati quattro santi, alla destra San Pietro e San Giovanni Battista, alla sinistra San Paolo e molto probabilmente San Girolamo. Le figure di San Giovanni e San Girolamo purtroppo sono irrecuperabili ma i pochi elementi visibili li individuano con certezza, San Giovanni ha in braccio l'agnello di Dio e San Girolamo ha in mano la Vulgata.

I quattro Santi rappresentano i padri della Chiesa, che così come disposti rafforzano la figura principale del Santo Patrono e presumibilmente anche del Conte Giuliano Anguillara signore di Stabbia ora Faleria.

Alle spalle di San Pietro con le chiavi della Chiesa in Mano, è rappresentato Castel Sant'Angelo con il Tevere navigabile dalle barche dell'epoca, il mare e i monti della Tolfa.

Una bellissima galea, una nave tonda e un pescatore danno vita alla scena.

Di Castel Sant'Angelo si ha una lettura completamente diversa dall'attuale nel dipinto viene rappresentato prima delle modifiche apportate da Papa Giulio II (1503-1513). Su una delle torri si intravede una scritta “Lexamrp” che con molta probabilità indica il nome di Papa Alessandro VI Borgia (1492-1503).

Sulla parte opposta dietro l'immagine di San Paolo raffigurato con la metafora della spada “la parola di Dio” sono invece rappresentati i maggiori monumenti di Roma, il Colosseo, i Fori Imperiali, la Basilica di San Paolo, il Pantheon, la Colonna e le mura Aureliane.

Bellissime sono le due figure femminili dietro San Paolo che raffigurano la Madonna con in grembo Gesù (a sinistra) e Santa Elisabetta.

Nella grottesca perimetrale anch'essa molto raffinata sono rappresentate scene di lotta, mascheroni, tralci e una bellissima raffigurazione di San Girolamo con il Leone a cui toglie la spina dal zampa.

Le fattezze dei santi sono mirabili, la perfezione delle linee e dei tratti fanno pensare a una mano importante, così ha detto il dottor Giannino Tiziani, storico dell'arte responsabile territoriale per la Soprindendenza dei Beni Culturali, intervenuto alla presentazione, senza sbilanciarsi ha ribadito che per stabilire chi sia l'autore bisogna passare alla fase di restauro, anche se il periodo storico restringe la cerchia a pochi artisti operanti nell'ambiente romano e viterbese.

Personalmente, azzardo l'ipotesi di datare la sua realizzazione al 1495, per una serie di circostanze; il 15 febbraio di quell'anno il Conte Giuliano degli Anguillara sposa Girolama Farnese sorella del futuro Papa Paolo III e di Giulia Farnese amante di Papa Alessandro VI, il paesaggio rupestre rappresentato è quello invernale gli alberi sono spogli, la scritta su Castel Sant'Angelo, privo delle modifiche successive al 1503, e gli stemmi papali forse sono attribuibili a Papa Alessandro VI, la Chiesa di Faleria è rappresentata con la facciata a capanna, successivamente modificata con una rettilinea tra il 1498 e il 1504.

Inoltre, la festosità e la bellezza della scena fanno supporre ad un dono nuziale oppure la dimostrazione alla famiglia Farnese, ricca e influente, del potere di Giuliano degli Anguillara, sempre per una personale ipotesi, raffigurato nell'immagine del Patrono sia nel volto che nella ricchezza ed eleganza delle vesti.

Lo sforzo fatto per il descialbo realizzato grazie a fondi provenienti dal bilancio del Comune di Faleria, dovrà essere accompagnato da un immediato restauro tramite il quale l'opera potrà essere goduta nella sua bellezza originale.

Il sindaco Pierluigi Bianchi, l'assessore alla Cultura Antonio Canestrari in collaborazione con il parroco don Antonio Giacomini, hanno promosso una sottoscrizione aperta a tutti i cittadini, chiunque può rivolgersi al parroco. Inoltre si chiederanno finanziamenti provinciali e regionali e si parteciperà al bando indetto dalla Carivit di Viterbo che prevede finanziamenti fino a 20mila euro per il recupero dei beni culturali di particolare interesse ricadenti nella Provincia di Viterbo.

Luca Antonio Salvadori
Responsabile dell'ufficio tecnico comunale


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Viterbo - 31 dicembre 2010 - ore 3,00


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