Viterbo – “Caro direttore, ho letto con interesse il tuo editoriale Cercansi disperatamente candidati sindaco di livello politico decente, ma anche idee… e sul quale ritengo di poter esprimere il mio punto di vista come “persona informata” sui fatti avendo negli ultimi otto anni e mezzo ricoperto sia cariche di governo che di opposizione al comune di Viterbo.
La mia riflessione non riguarderà certo la questione sui nomi dei possibili candidati sindaci da te citati in quanto da segretario provinciale di un partito politico come Azione di Carlo Calenda non è mio compito entrare nel merito e meno che mai commentare eventuali candidati di altri partiti o liste civiche al momento non in campo.
Ciò che vedo in circolazione oggi tuttavia è tanta strategia, molta tattica, zero idee e ciò non può che aumentare la profonda preoccupazione di tutti viterbesi già angosciati dal declino inarrestabile della nostra città.
In tale incerta situazione il certo invece arrivo delle decine di milioni dei fondi Pnrr potrebbe addirittura rappresentare un “boomerang” per la nostra città nel caso in cui amministratori incompetenti, prima che incapaci, non riuscissero a portare a termine le opere previste dovendo poi addirittura in quel caso restituire i soldi già erogati all’Europa.
Per troppo tempo la nostra città non è stata una città e ora deve tornare a essere una città vera, una città viva, un luogo da amare, da condividere, da costruire ma soprattutto ricostruire dopo la pandemia
Viterbo non può e non deve arrendersi al declino, non può e non deve rinunciare a costruire un futuro migliore per i cittadini di oggi e di domani.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario un modello di sviluppo della città proiettata verso il futuro, tenendo conto delle risorse disponibili, delle condizioni che la circondano, delle attività da intraprendere e dei tempi necessari per realizzarle.
In altre parole un progetto di città che dovrà poi essere gestito con rigorosità manageriale e non lasciato in mani inesperte o peggio ancora incompetenti che passi soprattutto da una corretta e competente gestione della macchina amministrativa da parte del personale politico che la renda moderna e vicina ai migliori standard europei.
Il 21 marzo 2022 saranno dieci anni da quella “primavera civica“ del 2012 che al teatro San Leonardo, oggi Caffeina, segnò l’inizio della nostra discesa in campo nell’agone politico cittadino ed oggi come allora, lo dico con grande rammarico, quelle ragioni e quei temi sono ancora tutti di grandissima attualità.
Con i tanti amici che ci hanno sempre supportato e continuano a farlo anche oggi abbiamo sempre sostenuto che a Viterbo non serve un programma elettorale ma un progetto di città, una strategia, non piccole azioni puntuali ma un disegno che analizzi innanzitutto le risorse economiche, umane, materiali e immateriali per raggiungere i suoi obiettivi: migliorare la qualità della vita e dei servizi, ed aumentare la quantità degli stimoli e delle opportunità che la percorrono e la pervadono, in sintesi gli dobbiamo dare un’anima, una forma, che oggi la nostra città non ha.
Abbiamo bisogna di una città che valorizzi il suo patrimonio per produrre nuova ricchezza di una città viva e vivace, una città creativa e aperta al mondo, una Viterbo che diventi un salotto cittadino, che richiami capitali d’investimento per la valorizzazione artistica, culturale e ambientale, che favorisca un turismo sostenibile ed etico.
Auspico un comune che non sia solo un “facilitatore”, ma che sia invece il primo investitore, il primo imprenditore pubblico mettendo in circolo le risorse necessarie ad investire nei “talenti” della città in ogni ambito per farli crescere attirare ricchezze e creare lavoro.
Oggi è ancor più vero di un tempo che Viterbo deve colmare il deficit di attenzione alle questioni ambientali, ritrovando intorno a esse un modello di sviluppo virtuoso e sostenibile e che gli elementi basilari di questo nuova visione strategica si identificano nello sviluppo sostenibile, nelle città intelligenti (smart city) e nella “green economy”.
Si deve fare ciò che non si è ancora fatto e cioè rilanciare l’intero territorio facendolo diventare un modello virtuoso di sviluppo economico sostenibile su basi ecologiche perché è ormai evidente quanto le condizioni di vita in una città, piccola o grande che sia, dipendono da fattori non solo hard (infrastrutture fisiche), ma soft, ossia inerenti al capitale sociale, ambientale e culturale.
Sono parametri difficilmente misurabili con il Pil, ma che sono quotidianamente (e a volte drammaticamente) presenti.
Ecco perché non basteranno al rilancio i soli soldi e le opere del Pnrr.
Viterbo è storicamente una città europea e le città europee, a maggior ragione le città italiane, in gran parte basate su una storia che affonda le sue radici almeno nel Medioevo e oltre, hanno (o dovrebbero avere) tratti comuni che trovano il loro fondamento nel concetto di “comunità” e che quindi implicano valori come tradizione, inclusione, partecipazione, solidarietà.
Per essere molto concreti gli obiettivi che abbiamo sempre cercato di inserire nel dibattito politico e che ancora oggi saranno il nostro faro nell’azione cittadina si possono riepilogare in un piano di gestione integrata di area finalizzato a: promuovere la tutela attiva e integrata del territorio, attraverso forme di programmazione e gestione partecipata finalizzate allo sviluppo socioeconomico e alla riqualificazione ambientale e paesistica; promuovere il coordinamento e l’orientamento delle politiche settoriali in materia, qualificazione delle attività agricole, razionalizzazione dello sfruttamento economico delle risorse, sicurezza idrogeologica, promozione della fruizione, turismo e tempo libero.
Dobbiamo fare di Viterbo una città intelligente e “green”, oggi non lo è.
Questi obiettivi possono essere identificati (e misurati) lungo almeno quattro dimensioni principali:
1. Economia (turismo, industria, agricoltura). Una città “smart” promuove la propria immagine turistica con una presenza intelligente sul web; virtualizza il proprio patrimonio culturale e le proprie tradizioni e le restituisce in rete come “bene comune” per i propri cittadini e i propri visitatori; usa tecniche avanzate per creare percorsi e “mappature” tematiche della città e per renderle facilmente fruibili; promuove un’offerta coordinata e intelligente della propria offerta turistica in Internet; offre ai turisti un facile accesso alla rete e dei servizi online in linea con le loro esigenze.
2. Mobilità. Una città “smart” è una città in cui gli spostamenti sono agevoli, che garantisce una buona disponibilità di trasporto pubblico innovativo e sostenibile, che promuove l’uso dei mezzi a basso impatto ecologico come la bicicletta, che regolamenta l’accesso ai centri storici privilegiandone la vivibilità (aree pedonalizzate); una città smart adotta soluzioni avanzate di mobility management e di infomobilità per gestire gli spostamenti quotidiani dei cittadini e gli scambi con le aree limitrofe.
3. Ambiente (difesa del suolo, energia e cambiamenti climatici, rifiuti). Una città “smart” promuove uno sviluppo sostenibile che ha come paradigmi la riduzione dell’ammontare dei rifiuti, la differenziazione della loro raccolta, la loro valorizzazione economica; la riduzione drastica delle emissioni di gas serra tramite la limitazione del traffico privato, l’ottimizzazione delle emissioni industriali, la razionalizzazione dell’edilizia così da abbattere l’impatto del riscaldamento e della climatizzazione; la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica; la promozione, protezione e gestione del verde urbano; lo sviluppo urbanistico basato sul “risparmio di suolo”, la sua difesa, la bonifica delle aree dismesse.
4. Società (formazione/educazione ambientale, tutela della salute, servizi ai cittadini, cultura). Una città “smart” è un luogo di apprendimento continuo che promuove percorsi formativi profilati sulle necessità di ciascuno; una città smart offre un ambiente adeguato alla creatività e la promuove incentivando le innovazioni e le sperimentazioni nell’arte, nella cultura, nello spettacolo; si percepisce e si rappresenta come un laboratorio di nuove idee; privilegia la costruzione di una rete di reti non gerarchica, ma inclusiva, in cui i vari portatori di interesse e le loro comunità possano avere cittadinanza e voce; sviluppa alleanze con le università, ma anche con le agenzie formative informali; dà spazio alla libera conoscenza e privilegia tutte le forme in cui il sapere è libero e diffuso.
Agli assi di cui sopra si possono poi aggiungere la capacità di innovazione del capitale umano e la capacità di governance della comunità locale.
In questo contesto a mio avviso diviene essenziale per ogni decisore politico il rapporto con la comunità scientifica che opera sull’innovazione tecnologica a supporto della pubblica amministrazione e a mio avviso l’università della Tuscia ad esempio si prefigura quindi come lo strumento principale di conoscenza del territorio e di innovazione di questo, in una sinergia benefica dove la scienza e gli stakeholders della società civile si devono integrare in un modello complessivo di gestione a vantaggio dell’intera comunità viterbese.
Da qui dobbiamo partire in quella ricerca che, caro direttore dobbiamo essere sinceri, tutti noi politici stiamo facendo in questi giorni girovagando lungo le vie delle città come il filosofo Diogene alla ricerca dell’uomo, quello giusto per Viterbo. Per quanto mi riguarda saranno queste linee guida a fungere da lanterna per illuminare la ricerca”.
Giacomo Barelli
Segretario provinciale di Azione
Continuano ad arrivare interventi per il dibattito sul futuro della città aperto dal fondo del direttore Carlo Galeotti, Cercansi disperatamente candidati sindaco di livello politico decente, ma anche idee…. Sono arrivati in redazione molti interventi di esponenti della società civile, della politica e di cittadini sul futuro di Viterbo e della Tuscia. Un segno di quanto tutti i cittadini tengano a questa terra. Un segno di quanto siano tutti consapevoli della sua bellezza e del suo incanto. Ma allo stesso tempo di quanto sia stata abbandonata. Ovviamente non possiamo pubblicare tutti gli interventi in un giorno. Assicuriamo che tutti gli interventi verranno pubblicati man mano nei prossimi giorni.